FRUSTA



FRUSTE A CODE MULTIPLE

Salvo rare eccezioni, sono le fruste con la tradizione più consolidata (cfr. cenni storici), in quanto derivano più o meno tutte dallo strumento più arcaico del gruppo, il flagello in uso nell'antico Egitto. La loro struttura prevede che al manico, mediamente più breve che nelle altre tipologie, sia inserito un variabile numero di code o lacinie, da due in su.
INDICE
cenni storici
classificazione
struttura generale ed aspetti tecnici
fruste a coda singola
  brevi
  lunghe
  a due mani
fruste a code multiple
fruste senza coda
link esterni

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Flagello - dal latino flagellum (diminutivo di flagrum), è il modello di frusta più antico che si conosca, dalle rappresentazioni pittoriche e scultoree dell'antico Egitto che mostrano uno strumento (egiziano antico nekhakha) consistente in un manico rigido di media lunghezza a cui erano fissate due o più strisce di cuoio terminanti a punta larga. Il suo utilizzo avveniva in ambito rurale, da parte degli agricoltori, per stimolare i buoi all'aratro; ma lo stesso strumento divenne, in forma stilizzata (qui a destra) e assieme al bastone uncinato, anche l'attributo simbolico di Osiride, la divinità di cui il faraone era considerato l'incarnazione sulla terra.
il flagello stilizzato cerimoniale egiziano (nekhakha)

Nei secoli a seguire il flagello mantenne la sua forma, ma le strisce di cuoio si assottigliarono, aumentando di numero.


Flagrum - strumento antico romano derivato da quello egiziano, più antico.

moderna ricostruzione del flagrum romano
Aveva un manico di osso o di legno piuttosto breve, ma anzichè strisce di cuoio semplice, aveva fissate all'estremità un vario numero di lacinie (in genere poche) formate di nervi o tendini d’animali, con pezzi d'osso acuminati o pallini di piombo inseriti verso il fondo, per appesantirle, da cui il nome alternativo di flagellum taxillatum.
Era lo strumento di punizione per eccellenza della giurisprudenza dell'Urbe, a cui tuttavia andavano soggette solo le classi sociali più basse e gli stranieri, essendo considerata una punizione troppo "degradante" per un cittadino romano. I danni fisici procurati dal flagrum erano molto importanti.

Un discendente dello strumento romano era il cosiddetto sovatto, la frusta usata dai fantini nel Palio di Siena fino ai primi del Settecento. Era costituita da un corto manico (lungo un terzo di braccio) a cui erano inserite strisce di cuoio terminanti in minuscole sfere di piombo; fu poi sostituita per regolamento dall'attuale nerbo (cfr. fruste senza coda). Sovatto o soatto era il nome di una varietà di cuoio con cui si producevano finimenti per cavalli e guinzagli per cani, che in senso figurato indicava lo strumento.


Gatto a nove code, (inglese cat o' nine tails) o Gatto - è un'evoluzione del flagello, di cui si ha notizia dalla fine del '600, con l'introduzione della corda come materiale principale per la sua costruzione. Il manico (più o meno flessibile) misurava 60-75 cm in media, e altrettanto lunghe erano le code, terminanti liberamente oppure, nei modelli più severi, con tre nodi l'una, per renderle più pesanti. Il numero tradizionale di code e di nodi potrebbe essere dipeso originariamente dal fatto che 9 è il quadrato di 3 (numero della Trinità), quindi un numero sacro per eccellenza, particolarmente adatto ad imprimere un carattere morale alla punizione, inflitta spesso sulla base di leggi a forte connotazione religiosa.
gatto a nove code classico

Zuchtpeitsche tedesco
Il gatto tuttavia divenne famoso come strumento di punizione particolarmente in ambiente militare: era usato soprattutto come strumento di disciplina sulle navi della flotta inglese nei secoli XVIII e XIX, venendo in seguito adottato anche nei bagni penali (Australia) e in generale in tutte le istituzioni di detenzione, nelle quali è rimasto in vigore fino alla metà del XX secolo o anche oltre.
Col passare del tempo, nelle varie parti del mondo ne sono state sviluppate versioni diverse per dimensione, numero delle code e anche per materiali (fibre di cotone, cuoio, metallo, ecc.), utilizzate tanto come mezzi di correzione o di punizione quanto come strumenti per autoflagellazione.

Eccone alcuni esempi.
  • Lo Zuchtpeitsche tedesco ("frusta da disciplina", qui in alto) con manico di legno da cui partono sei-otto strisce di cuoio o corde intrecciate, in uso nelle istituzioni carcerarie.
  • Il pleti (russo Плеть, in basso a sinistra) che nel XIX secolo rimpiazzò il ben più temibile knut già in uso per le punizioni corporali; oggi il termine pleti è usato come sinonimo di nagaika.
  • La disciplina (in basso al centro) era una usata in ambito religioso cristiano per autoinfliggersi penitenze.
  • La terribile zanjìr (farsi زنجير = "catena", in basso a destra) con manico di legno e catene, che in alcuni modelli terminano addirittura con cinque lame affilate (a destra), è tutt'ora usata in paesi quali Iran, Afghanistan, Pakistan, dagli sciiti più ortodossi, che con tale strumento si autoflagellano durante la celebrazione della festa detta Ashura.

  • zanjir con lame

    pleti russo

    disciplina

    Ne esistono varianti moderne per uso nelle pratiche BDSM, che ricadono nella categoria dei flogger.

    zanjir con catene

    Martinet - molto simile al gatto per concezione, è però uno strumento più mite: il manico è di legno, lungo dai 25 ai 30 cm, liscio o appena sagomato (almeno nei modelli classici); alla sua estremità una fascetta fissata al legno con due chiodini trattiene da sei a dodici lacinie di cuoio, lunghe quanto il manico o poco più. Una cordicella permetteva di appenderlo al muro. Era fino a non molti anni fa lo strumento di correzione tradizionale, tanto nelle nelle case private francesi quanto negli istituti scolastici religiosi, con cui i ragazzi venivano battuti sulle gambe o sulle natiche.
    Il suo scopo originale era probabilmente quello di strumento da spolvero per gli indumenti; infatti nella vicina Germania, dove le code erano più frequentemente sette, era noto come Klopfpeitsche ("frusta da battitura") oppure Kleiderpeitsche ("frusta da abiti"), o anche Siebenschwanz ("sette code"), con varianti regionali Siebenstriemer ("sette strie", Vestfalia), Siebenzagel ("sette code", Prussia), mentre nei Paesi Bassi era detto kleerklopper ("battitore da pulizia"), o zevenstaart ("sette code").

    martinet

    Klopfpeitsche tedesco
    Le code erano ottenute da scampoli della lavorazione del cuoio, e dunque variavano per lunghezza e spessore; lo stesso strumento aveva spesso code di colore differente. I modelli di uso domestico erano mediamente più leggeri di quelli in uso nelle istituzioni militari, ricavati da selle dismesse, vecchi stivali, ecc., quindi con code di peso e spessore maggiori.
    La denominazione del martinet viene fatta risalire al diminuitivo di marteaux ("martello"), oppure a tale Jean Martinet, ufficiale delle truppe francesi all'epoca del Re Sole (XVI secolo), che viene ricordato per l'estrema severità e il frequente uso di punizioni corporali.
    Benché l'uso domestico del martinet sia praticamente estinto, in Francia continua ad essere presente nei negozi di articoli per animali, venduto ufficialmente per l'impiego nell'educazione dei cani.

    Sanmartincito, o tres puntas, o kinsapalca (aymara kimsacharani) - È uno strumento di correzione tipico del Perù e di altre regioni andine. È fatto con striscioline di pelle non conciata di lama (nelle regioni interne), oppure di toro (in quelle costiere), ed ha una consistenza flessibile ma non morbida.
    Si compone di un manico di circa 30 centimetri, che al capo distale si divide in tre code, altrettanto lunghe ma spesse circa la metà, terminanti con un piccolo nodo. All'estremità dove viene impugnato ha un laccio da polso, che serve principalmente per tenerlo appeso in casa, come deterrente.
    sanmartincito peruviano
    Il sanmartincito in Perù è anche detto tres puntas ("tre punte") o kinsapalca (dal quechua kinsa = "tre" e palqa = "diramato"). Invece nella vicina Bolivia è noto come kimsacharani (dall'aymara kimsa = "tre" e forse da chara = "gamba").
    È lo strumento tradizionale con cui in questi paesi viene impartita la disciplina domestica. Curiosamente, il sanmartincito si accosta al martinet francese non solo nella funzione e un po' anche nella struttura, ma persino nel nome, sebbene quest'ultima analogia sia una mera coincidenza, in quanto l'etimologia dello strumento sudamericano è ben diversa. In spagnolo infatti significa "piccolo San Martino", in quanto vuole la tradizione che San Martino de Porres (1579-1639), un santo peruviano molto popolare, facesse penitenza ogni sera flagellandosi tre volte, da cui il numero delle code. Tale origine spiega l'attribuzione al sanmartincito di proprietà quasi "taumaturgiche" nel correggere il cattivo comportamento; ciò ha portato ad un uso (ed abuso) estensivo di tale strumento in molte famiglie. Per porre un freno a tale situazione, il suo impiego a fini disciplinari e persino il suo commercio sono stati posti al bando dal governo peruviano, che ha recentemente condotto anche una campagna volta a stroncare la violenza domestica sui minori e sulle donne. Ma essendo il sanmartincito molto radicato nelle tradizioni del paese, il provvedimento stenta a trovare efficacia, come dimostra l'immagine a destra, che raffigura una venditrice ambulante di questi strumenti a una processione religiosa. E soprattutto nelle aree rurali è divenuta una pratica frequente punire pubblicamente col sanmartincito persino i colpevoli di reati minori (furto, truffa, adulterio, ecc.), una forma di giustizia sommaria per evitare al reo la denuncia e il conseguente processo.


    venditrice ambulante di
    sanmartincitos nelle strade di Lima



    flogger
    Flogger ("fustigatore") - È uno strumento nato in epoche molto recenti per uso esclusivo nel contesto BDSM, ma la cui forma è chiaramente ispirata al flagello. A differenza di quest'ultimo ha lacinie mediamente più numerose, ma di materiali tali da non infliggere troppo danno e, anzi, mitigare la percezione dei colpi da parte di chi li riceve. Ne esistono modelli abbastanza eterogenei per dimensioni, materiali, numero di code e loro terminazione. Non di rado hanno colori sgargianti. La struttura, però, è sempre riconducibile a un manico rigido di una quarantina di centimetri di lunghezza, a cui sono inserite un variabile numero lacinie; di solito quest'ultime sono piatte e sottili, di larghezza attorno a 1-2 cm, lunghe un po' più del manico.
    Ne esistono poi varianti più simili al gatto, in cui le code sono meno numerose e terminano con nodi o con elementi di forma e dimensione variabili.
    Il materiale con cui sono fatte le lacinie dei flogger può variare grandemente, dalla pelle (anche scamosciata), al PVC, al crine, fino alla gomma, al velluto, e ad altri materiali decisamente inusuali per una frusta.

    flogger
    Il manico, solitamente in materiale sintetico, può avere una forma tradizionale, oppure essere variamente sagomato, anche al fine di consentirne un impiego erotico.

    Quirt - è uno strumento usato in America settentrionale e centrale, detto anche cuarta in Messico. È formato da un manico fatto di cuoio intrecciato, piuttosto flessibile, il cui tratto iniziale è provvisto di un'impugnatura più rigida; il suo grosso calibro tende a rastremarsi leggermente verso la punta, che termina con un piccolo occhiello al quale sono inserite con un nodo due sottili strisce di cuoio parallele, lunghe più o meno quanto lo stesso manico.
    La lunghezza complessiva dello strumento è attorno ai 60-70 cm. È sempre presente un laccio da polso. È l'equivalente del rebenque argentino, usato da cowboys americani e rancheros messicani soprattutto in gare di velocità, per spronare l'animale. A differenza di quanto potrebbe sembrare, il quirt non è uno strumento particolarmente pesante, ma all'impatto le due strisce producono uno schiocco: l'animale è quindi stimolato simultaneamente tanto dalla percezione del colpo quanto dal suono.


    in alto e a destra, due modelli di quirt



    Cattle Drafter ("coercitore di bestiame") - è uno strumento usato dai mandriani americani per incitare il bestiame a muoversi. Al manico di legno (rivestito o al naturale), lungo una sessantina di centimetri, sono inserite due strisce di cuoio larghe 3-4 cm e lunghe 15-20 cm. Anche in questo caso è presente un laccio da polso. È quindi molto simile al quirt, ma a differenza di quest'ultimo è rigido.

    cattle drafter





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